GABRIELE CAGLIARI
una biografia
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1930 – nasce la sorella Gabriella (1930-1999)
1933 – la madre Albertina e le sue sorelle, Rosina e Gemma, vendono i terreni del padre e con il ricavato costruiscono una palazzina nel nucleo storico di Guastalla, con il laboratorio di falegnameria e gli appartamenti dove vanno ad abitare con le loro famiglie
1934 – nasce la sorella Giuliana
1940 – Gabriele si iscrive al Liceo Scientifico Guglielmo Marconi di Parma, che raggiunge quotidianamente in treno
1944 – appena compiuti i diciott’anni è arruolato in cavalleria nell’esercito della Repubblica di Salò; verrà catturato dagli angloamericani in un’imboscata e condotto in un campo di prigionia inglese
1945 – in settembre torna a Guastalla dal campo di prigionia
1946 – dopo il diploma al liceo scientifico, si iscrive alla facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano, dove si trasferisce e condividerà una stanza con un amico; dal terzo anno è esentato dalle tasse scolastiche “per merito”
1948 – a 25 anni muore improvvisamente nel sonno il fratello Giuliano, sacerdote a Boretto (RE)
1951 – Gabriele interrompe temporaneamente gli studi per una trasferta di sei mesi a Manchester (GB), per lavorare come operaio meccanico
1952 – si laurea con lode e “abbraccio accademico” in ingegneria meccanica presso il Politecnico di Milano; viene assunto dalla Cucirini Cantoni Coats, società di produzione di filati, e lavora presso lo stabilimento di Borgomanero (NO)
1953 – è assunto dalla Montecatini, che sarà in seguito incorporata in Edison a creare Montedison, dove comincia ad occuparsi di impianti chimici; il 15 dicembre sposa Bruna Di Lucca (1923-1998), diplomata al liceo artistico e segretaria di direzione presso uno studio di consulenza; la coppia va ad abitare in via Visconti D’Aragona, nel quartiere milanese di Città Studi
1957 – Bruna rientra a Milano e il 17 giugno nasce il figlio Stefano; Gabriele lo vedrà per la prima volta a fine settembre
1958 – si trasferisce con la famiglia a San Donato Milanese, nel villaggio ENI di Metanopoli, in un quartiere di impiegati e operai
1966 – lascia il gruppo ENI e diventa socio di Eurotecnica, società di ingegneria e contracting con sede a Milano, con il ruolo di direttore generale; con la famiglia si trasferisce a Monza, nelle vicinanze del Parco
1974 – pur rimanendone socio, lascia Eurotecnica ed è assunto dal gruppo Liquigas, diventando responsabile dei nuovi investimenti per Liquichimica
1977 – rientra in Eurotecnica
1978 – con la famiglia si trasferisce in via Vivaio, in centro a Milano
1981 – pur rimanendone socio, a gennaio lascia Eurotecnica e rientra nel gruppo ENI come amministratore delegato di ANIC; a dicembre ANIC viene incorporata in Enichimica, di cui diventa vicepresidente e amministratore delegato
1982 – è nominato vicepresidente non operativo di Enoxy, joint-venture tra ENI e Occidental
1983 – è nominato membro della giunta esecutiva ENI e lascia la carica in Enichimica, che nel frattempo ha incorporato Enoxy
1989 – in novembre è nominato presidente dell’ENI
1990 – il 10 marzo nasce Francesco, il primo nipote, figlio di Stefano e della moglie Mariarosa Magni (1955-1993)
1993 – nella notte tra l’8 ed il 9 marzo viene arrestato per corruzione per una tangente pagata all’inizio del 1989 dalla Nuovo Pignone, società del gruppo ENI, al fine di ottenere una commessa dall’ENEL; la mattina del 9 marzo il figlio Silvano, 30 anni, è ricoverato d’urgenza a Pechino: gli verrà diagnosticato l’AIDS, ma Gabriele non lo saprà mai; seguono, per Gabriele, un secondo ordine di custodia cautelare per falso in bilancio il 26 aprile ed un terzo il 26 maggio per corruzione in merito ad una tangente che la compagnia assicurativa SAI avrebbe pagato per chiudere un contratto con ENI; il 27 maggio, per un’infezione polmonare dopo l’ultima chemioterapia, muore a 37 anni Mariarosa, moglie del figlio Stefano: Gabriele si rifiuta di partecipare ai funerali sotto la custodia degli agenti; il 9 ed il 17 giugno gli vengono revocati i primi due ordini di custodia cautelare; il 15 luglio si tiene l’ultimo interrogatorio sul caso ENI-SAI, secondo il suo legale al termine dell’interrogatorio il PM dichiara di mandarlo ai domiciliari, in realtà ne dà parere negativo e parte per le vacanze; il 20 luglio Gabriele Cagliari si suicida nel bagno della sua cella a San Vittore, infilandosi in testa un sacchetto di plastica e legandoselo al collo con un laccio da scarpe.
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